VERSO L’AGORÀ DELLE PROFESSIONI EDUCATIVE (𝘛𝘰𝘳𝘪𝘯𝘰, 25/26/27 𝘮𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰) #SaveTheDate
🗣️ «E tu che lavoro fai?». «Educatore in comunità». «Ah che bravo! E sei pagato?». A quanti succede di sentirsi porre domande simili, che tradiscono il pensiero che la nostra non sia pienamente una #professione…». (Paolo T.)

🗣️ «È così Paolo. Rimanendo una professione concepita come un #volontariato, non si hanno contratti e paghe adeguate al ruolo importante che svolge l’educatore». (Consuelo S.)

🗣️ «E senza parlare di tutti gli “educatori” che si spacciano per tali… forse anche loro aiutano ad abbassare lo stipendio a NOI Educatori #laureati, che abbiamo speso tempo, denaro ed energie x 3/5 anni, magari in luoghi distanti da casa… per cosa???». (Ilnonpoeta)

🗣️ «Esatto! E si presentano come educatori!! E poi fanno più danno che altro, sai quanti anni ho lavorato con gente pessima?!? Alla fine ho lasciato il lavoro in #comunità, adesso lavoro a scuola come assistente all’autonomia». (Rossella A.)

🗣️ «Ma non solo lo stipendio… Ho scoperto sulla mia pelle che il nostro contratto prevede, in caso di lutto, solo 2 giorni, non ad evento ma all’anno, di permesso retribuito a #differenza di altri contratti che ne prevedono almeno 3 e fino a 10 se fuori regione… È curioso che chi opera nella cura non abbia riconosciuto il tempo per la cura di sé e dei suoi cari…». (Mario P.)

🗣️ «Perché non si trovano educatori in comunità? Perché sebbene sia un lavoro estremamente bello faticoso e delicato, il dipendente viene sottopagato e trattato a pesci in faccia dalle #cooperative ladre!!». (Silvia A.)

🗣️ «Diciamo persone ladre, le coop che conosco io applicano il contratto che purtroppo prevede un trattamento economico più basso di tutti gli altri #contratti nazionali degli altri settori». (Michela P.)

🗣️ «E gli #appalti sono costruiti al massimo ribasso. E meno male che sarebbero appalti nel pubblico!» (Edina T.)

🗣️ «Io sono inquadrata come #animatrice, faccio questo lavoro da 33 anni, e ancora qualche idiota me lo chiede… “no sò ricca de famija, e ciò pure scritto scema ‘n fronte” rispondo, spostando la frangia… A 64 anni, con la consapevolezza della #pensione misera che mi aspetta, è già tanto che non li prenda per il collo». (Dina D.)

🗣️ «Per non parlare dell’animatore sociale, che viene pure “pagato per fare #festicciole”…». (Chiara D.)

🗣️ «Per non parlare dei #pedagogisti… questi alieni sconosciuti». (Stefania C.)

🗣️ «Faccio l’educatore da 30 anni e trovo questo piagnisteo fastidioso. La domanda vera da porci è: cosa sto facendo per cambiare questa situazione? Se gli #schiavi avessero continuato solo a lamentarsi ora esisterebbe ancora la schiavitù perché era utile a un sistema economico. Se gli #operai delle grandi industrie si fossero limitati a piangersi addosso non avremmo mai conquistato lo statuto dei lavoratori. Se non usciamo da questa logica #organizzandoci, superando la divisione corporativista fra sanitari e sociali, se non trasformiamo la lamentela in rivendicazione sindacale e #proposta politica….forse ci meritiamo questa condizione da servitù della gleba». (Demetrio C.)

👉 Di questi tempi, quando si fa un post sulle #professionieducative (e Animazione Sociale ne fa diversi), questi sono i commenti. E’ venuto il momento di convocare una pubblica assemblea. Appuntamento in primavera, a Torino. Da giovedì 25 a sabato 27 maggio, #agorà delle educatrici e degli educatori.

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[Testo tratto dall’editoriale del nr. 359 di Animazione Sociale, in distribuzione. Indice del numero: bit.ly/3x6pIsD]

ℹ️ N.B. A partire dal 13 febbraio, abbonandoti, avrai compresa nell’abbonamento la possibilità di partecipare, in presenza o online, all’evento di maggio! Una volta effettuato l’abbonamento riceverai via mail un modulo di preiscrizione, da compilare e restituirci. Prenota subito il tuo posto: bit.ly/33CjSnJ.

Animazione Sociale (𝘥𝘢𝘭 1971 𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘷𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘳𝘪𝘤𝘪 𝘦 𝘥𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘢𝘭𝘪)