“Fiori a perdere”, storia corale in parte autobiografica, si svolge negli anni ’70-’80 e racconta infanzia e adolescenza di un gruppo di ragazzi che passa buona parte della vita “in strada”, via Gigliola Sfiorita, che si inerpica su una collina con il suo asfalto grigio. Un tempo apparteneva al quartiere Città Giardino, ma la cementificazione brutale ha sostituito il verde con casermoni e colate di cemento che in estate si arroventano togliendo il fiato. Dalla via, che prende il nome da una poco nota naturalista, si vede il mare da lontano, presenza costante e imprescindibile, inconscio punto di riferimento dei personaggi: ragazzi di diverse età, negozianti che tengono viva la strada, famiglie dalle origini più disparate che convivono nello stesso quartiere condividendo gioie e dolori. I protagonisti dovranno affrontare il problema della droga che in quegli anni miete innumerevoli vittime soprattutto fra i giovani che vedono nella droga il mezzo con cui riempire il vuoto delle loro vite. Ognuno seguirà un suo percorso esistenziale, inesorabilmente accompagnato da quello della via che al pari degli esseri umani che la popolano, giungerà a vedere compiuto il suo destino. Prefazione di Valeria Corciolani. Postfazione di Sabrina De Bastiani.