NDIFFERENZA . Fuori e dentro.
Quanto siamo capaci di stare nella differenza,
e in quale posizione?
Quarto Pianeta Festival 2022 si apre attorno a questa
domanda. Oggi si vive una certa difficoltà nell’andare oltre
i propri confini. Nonostante la tecnologia abbia reso più
semplice lo sconfinamento, paradossalmente la propensione
ad andare oltre è di f atto diventata pratica difficile. Si è
ridotto lo spazio dello sc ambio, delle alleanze, del sentirsi
partecipi ad una trasformazione insieme ad altri. Le relazioni
sono spesso solo tra simili. In questo modo i gruppi, le
comunità, vengono vissute in modo consolatorio, una sorta
di guscio protettivo. Una comunità contrapposta alla società,
una strada incerta che rischia di costruire nuovi muri
contrastando le speranze per una società multiculturale
e che apre a nuove forme di autoritarismo.
Per questo rimane impor tante spender si, dando respiro
ad una cultura capace di incontrare gli altri nella differenza,
coltivando consapevolezza. In un mondo che tende a
rimuovere la malattia, l’irregolarità, la disabilità, il lavoro
sociale va controcorrente. Consapevoli che anche i servizi
possono essere un pezzo di risposta alla crisi culturale.
Anche i servizi possono diventare esperienza per ampliare
le forme della partecipazione cercando di superare il
paradigma della produzione e del consumo, testimoniando
che il limite, il trauma, la malattia, l’handicap, possono
essere occasione di rigenerazione, possono generare
possibilità per la persona, nuovo legame sociale e nuova
cittadinanza.
Per questo chi partecipa a diverso titolo ad una qualsiasi
forma di esperienza sociale si assume l’onere di diventare
“ricercatore”, si assume l’onere di comprendere che le
risposte sono da ricercare insieme. Un capovolgimento del
paradigma pedagogico in ordine alla trasmissione. I valori
possono essere trasmessi facendo leva su un’esperienza che
è forma di vita associata, di esperienza comunicata, di realtà
che necessita una continua interpretazione, costruendo
senso critico, obiettivo di una democrazia che non può
essere disgiunta da un’educazione così intesa.

Quarto Pianeta Festival 2022, nel tentati vo di aprire alla
differenza, vuole ricordare il centenario della nascita di
Pier Paolo Pasolini proponendo una riflessione attorno
alla sua figura e opera.
Pier Paolo Pasolini profetizzò di quella mutazione
antropologica segnata da una cultura dei consumi che ieri
diventava dilagante e che oggi sembra aver saturato ogni
spazio sociale.
La prepotenza della coazione al consumo ha confermato
una sempre più dolce capacità di omologazione. Tutto diventa
uguale, triste, tetro. In un tale deserto di indifferenza,
l a disumanità si fa strada. Si per de l a capacità di trasmettere
le forme di vita peculiari uccidendo di fatto ogni forma di
alterità e di mutamento possibile. Una filosofia che rinuncia
alla filiazione, alla generatività, continuando a formare
una società fatta di individui soli, con poche speranze,
senza sogni, senza futuro. Una collettività che va verso
una serialità di rapporti preordinati. Un’omologazione che
spezza il legame sociale, rinunciando al corpo, alla presenza
fisica, alle passioni, alla coscienza critica, alle differenze
generazionali, imprigionando gli adulti ma soprattutto
i giovani e le nuove generazioni. Questi sembrano aver
rinunciato a quell’incondizionata fiducia nel futuro, tipica
dell’infanzia e dell’adolescenza. Così come gli adulti
hanno rinunciato alla loro diversità rimanendo in qualche
modo fedeli alla loro giovinezza. Fuori dalla differenza e
obbedendo all’indifferenza, ci si consola con un mondo fatto
di relazioni con oggetti, con funzioni, rinunciando alla vita,
al desiderio, alla fecondità delle sue contraddizioni.
L’incontro con P.P.P. vuole es sere l’occasione per riflettere
insieme attorno a queste solitudini, vedere i punti di
intersezione con il percorso di Quarto Pianeta, per aprire
ad una visione che può restituire una coscienza capace
ancora di desiderio e di stupore nell’incontro con la vita.
“Io sono una forza del passato.
Solo nella Tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle Chiese,
dalle pale d’altare, dai borghi
dimenticati sugli Appennini e
le Prealpi dove sono vissuti i fratelli”.
I Dialoghi – P.P.P.