Webinar
TLL | TRAUMA LECTURES.
Trauma e PTSD Complesso
TRAUMA LIVING LAB
TRAUMA LECTURES 2021
Trauma e PTSD Complesso. Implicazioni per la pratica clinica e la ricerca
Trauma and Complex PTSD. Implications for clinical practice and research
22-28 marzo 2021
Online Conference
«Il conflitto tra il bisogno di negare le esperienze traumatiche vissute e il desiderio di gridarle al mondo rappresenta la dialettica profonda del trauma psicologico»
Judith Herman
Responsabile Scientifico
Vittoria Ardino
Comitato Scientifico
Christine Courtois
Julian Ford
INTRODUZIONE
La psicotraumatologia, ormai, si dedica agli effetti di traumi cumulativi, prolungati, di natura interpersonale, le cui manifestazioni cliniche non rientrano quasi mai nella diagnosi di Disturbo Post-Traumatico da Stress, caratteristiche che sono stati descritte per la prima volta da Judith Herman nel 1992 riferendosi al Disturbo Post-Traumatico Complesso.
Il Disturbo Post-Traumatico Complesso è oggi riconosciuto da poco nell’ICD-11 e le ricerche stanno delineando in modo sempre più chiaro le configurazioni sintomatologiche correlate, tra cui la perturbazione dell’organizzazione del Sé – nelle sue sfaccettature di disregolazione affettiva, visione negativa del proprio modo di essere e difficoltà nella sfera relazionale – oltre ai sintomi centrali del PTSD – sensazione di rivivere il trauma, evitamento, e senso di minaccia costante.
Occuparsi di trauma psicologico in questo momento vuole dire affrontare un importante punto di svolta sia da un punto di vista scientifico sia da un punto di vista clinico; soprattutto significa esplorare le barriere che frenano il passaggio dalla ricerca alle buone prassi e alla clinica, nelle politiche sanitarie, nella scelta di modelli di servizi che sostengano sempre più l’articolato impatto del trauma.
Ad oggi la maggioranza delle persone esposte a traumi non accede a trattamenti adeguati, in grado di ritradurre il loro percorso in ferite traumatiche sanate. Alcune sfide riguardano la formazione dei professionisti a modelli integrati e multidisciplinari, le differenze culturali e il momento storico che stiamo vivendo.
Di che cosa si parlerà:
- Origini diagnostiche del PTSD complesso
- Developmental Trauma Disorder
- Efficacia dei trattamenti
- Relazione terapeutica e traumi complessi
- La cura del trauma complesso nei bambini e adolescenti
PROGRAMMA
22 Marzo 2021 OPENING LECTURE
h. 21.00 – 22.00 | Judith Lewis Herman (US) | Perché il Disturbo Post-Traumatico Complesso è importante?
23 Marzo 2021
h. 10.00 – 11.00 | Prof. Luca Milani, Università Cattolica di Milano, SISST (IT) | Pensare i fattori di rischio e di protezione nel lavoro con i minori maltrattati: dati di ricerca e linee di sviluppo futuro
h. 11.00 – 12.00 | Dr. Marinella Malacrea, Centro TIAMA di Milano (IT) | Ricordi traumatici: vecchi dubbi, nuove certezze
h. 12.00 – 13.00 | Prof. Lucille Allain e Prof. Nicky Lambert, Centre for Coproduction in Mental Health and Social Care (UK) | Co-costruzione della cura, Disturbo post-traumatico complesso e accesso ai servizi
h. 15.00 – 16.00 | Dr. Margaret Blaustein, Center for Trauma Training (US) | Con le loro parole: Lezioni sull’impatto del trauma dello sviluppo e sull’intervento dei giovani e delle famiglie
h. 16.00 – 17.00 | Dr. Paris Goodyear-Brown, Founder and Clinical Director of Nurture House (US) | I genitori come sostegno nella psicoterapia del figlio: stimolare la crescita di figure che generano sicurezza, cura e di costruttori narrativi per il bambino
h. 17.00 – 18.00 | Prof. Delphine Collin-Vézina, McGill University (CA) | Che cosa conta di più? Cure Trauma-orientate e pandemia COVID
h. 18.00 – 19.30 | Discussione di casi clinici con Christine Courtois
24 Marzo 2021
h. 10.00 – 11.00 | Prof. Giuseppe Craparo, Università ‘Kore Enna’ (IT) | Re-enactment, enactment e lavoro clinico con pazienti traumatizzati: un approccio evolutivo relazionale
h. 11.00 – 12.00 | Prof. Thanos Karatzias, Edinburgh Napier University (UK) | Il trattamento del PTSD complesso: che cosa sappiamo e direzioni di ricerca future
h. 12.00 – 13.00 | Prof. Evaldas Kazlauskas (GE) | Panoramica sul trauma complesso: attuali sviluppi nella valutazione del PTSD Complesso
h. 13.00 – 13.30 | Lunch Debate
h. 14.00 – 15.00 | Dr. Kathy Steele, Metropolitan Counselling Services (US) | La psicoterapia Integrativa per la cura del PTSD Complesso e i Disturbi Dissociativi
h. 15.00 – 16.00 | Prof. Guia Guffanti Masetti, Harvard Medical School (US) | Verso i biomarcatori diagnostici per il Disturbo post traumatico da stress: dal rischio genetico ai meccanismi epigenetici
h. 16.00 – 17.00 | Prof Amit Shrira, Bar-Ilan University (IL) | Cosa significa invecchiare affrontando il trauma
h. 17.00 – 18.00 | Dr. Ana Gòmez, AGATE Institute (US) | Il bambino Dissociato: occuparsi del suo mondo più interiore
h. 20.00 – 21.30 | Discussione di casi clinici con Julian Ford
25 Marzo 2021
h. 11.00 – 12.00 | Dr. Cathy Kezelman, Blue Knot Foundation (AU) | Aumentare la consapevolezza e la comprensione circa l’approccio di salute pubblica al trauma complesso
h. 12.00 – 12.45 | Intervista a Cathy Kezelman, con Vittoria Ardino
h. 14.00 – 15.00 | Prof. Vittoria Ardino, SISST e Trauma Living lab, e Dr. Bruno Intreccialagli (IT) | La stabilizzazione intersoggettiva nei traumi dell’attaccamento
h. 15.00 – 16.00 | Prof. Robert Muller, York University (CA) | Sostenere i pazienti con storie traumatiche complesse ad aprirsi
h. 16.00 – 17.00 | Dr. Christine Courtois, Co-Founder and former Director, Center – Posttraumatic Disorders Program (US) | Cosa gli psicoterapeuti hanno bisogno di sapere sul Trauma Complesso e perché
h. 17.00 – 18.00 | Prof. Soraya Seedat, Stellenbosch University (SA) | Traumi cumulativi in contesti a basse risorse e ad alto rischio. arricchire la nostra comprensione dei meccanismi patogeni
h. 18.00 – 19.00 | Prof. Stephen Porges, Indiana University (US) | L’emergere della Terapia Polivagale informata: sfruttare una neurocezione di sicurezza nel trattamento clinico
h. 20.00 – 21.30 | Tavola Rotonda | Trauma Informed Care, con Vittoria Ardino, Delphine Collin-Vézina, Noreen Tehrani, Monica Agnesone
26 Marzo 2021
h. 10.00 – 11.00 | Prof. Jon Bisson, Cardiff University (UK) | Evidenza scientifica sui trattamenti per i traumi complessi
h. 11.00 – 12.00 | Dr. Annette Greenwood, St Andrews Healthcare e BPS – Dr. Deborah Morris, St Andrew’s Healthcare – Dr. Elanor Lucy Webb, St Andrew’s Healthcare (UK) | Cura informata sul trauma per i professionisti sanitari: caratteristiche, fattori di rischio ad approcci di intervento per il trauma secondario
h. 12.00 – 13.00 | Noreen Tehrani, Noreen Tehrani Associates (UK) | Un programma di valutazione e trattamento per il C-PTSD nelle forze di polizia del Regno Unito
h. 15.00 – 16.00 | Prof. Julian Ford, University of Connecticut (US) | Evoluzione e validazione del Disturbo da Trauma dello Sviluppo
h. 16.00 – 17.00 | Prof. Joseph Spinazzola, Fundation Trust and Richmond State University (US) | Come curare il trauma dello sviluppo nei bambini e negli adolescenti
h. 17.00 – 18.00 | Cathy Malchiodi, PhD, LPCC, REAT (US) | Bambini e adolescenti con traumi complessi: recuperare un senso sicuro del Sè attraverso le arti espressive
h. 20.00 – 21.00 | Dr. Bessel Van Der Kolk (US) | Riflessioni sul Trauma nello sviluppo
h. 21.00 – 22.30 | Tavola Rotonda | Developmental Trauma Disorder: quale futuro?
Discussant: Vittoria Ardino
Panelists: Joseph Spinazzola, Kathy Steele, Julian Ford, Christine Courtois, Bessel Van Der Kolk
27 marzo 2021
h. 11.00 – 12.30 | Dr. Deborah Lee, University College London (UK) | Sviluppare la resilienza compassionevole in coloro che hanno subito un trauma per mano di altri: usare la terapia Focalizzata sulla Compassione per lavorare sulle emozioni delle vite traumatizzate
h. 12.30 – 13.30 | Dr. Federico Boaron e Dr. Maria Grazia Fontanesi, REMS Bologna (IT) | Il PTSD complesso nei pazienti psichiatrico-forensi: l’esperienza della REMS di Bologna (Italy)
h. 14.30 – 15.30 | Prof. Vittoria Ardino, SISST e trauma Living Lab (IT) | Organizzazioni traumatizzate e violenza di genere
h. 15.30 – 16.30 | Dr. Maria Paola Boldrini, AreaTrauma e AISTED (IT) | Aspetti tecnici dell’intervento con la coppia nel lavoro in psicoterapia con pazienti traumatici dissociativi
h. 18.00 – 19.30 | Discussione di casi clinici con Joseph Spinazzola
28 Marzo 2021
h. 11.00 – 13.00 | Dr. Laura Vasini, ASL5 Città di Torino (IT) | Biofeedback e Neurofeedback nel trattamento del trauma: quale integrazione nel percorso psicoterapeutico
h. 13.00 – 14.00 | Premiazione dei tre migliori poster
Chiusura dei lavori
TRACK – PERCORSI
Clinical Track – Nel filone clinico le presentazioni rappresentano idee, modelli e riflessioni di pratica clinica lungo il ciclo di vita. Alcuni contributi sottolineano le connessioni tra la ricerca e il trattamento;
Research Track – Nel filone di ricerca sono illustrati dati, linee guida basate sull’evidenza, trial clinici nel campo facendo il punto sullo stato dell’arte degli studi nell’ambito del PTSD complesso
Advocacy Track – Nel filone advocacy sono presentate le prospettive dei “survivor” e le strategie per far crescere la consapevolezza circa l’impatto del trauma sulla vita delle persone nel tessuto sociale.
Services Track – Nel filone sui servizi il focus è sulle politiche socio-sanitarie e su modelli organizzativi necessari ed efficaci per la costruzione di servizi trauma-orientati.
KN: Keynote – Lezione magistrale
RT: Round table – Tavola rotonda
LD: Lunch debate – Dibattito di fine mattinata
IN: Interview – Intervista
CCD: Clinical case discussions – Discussione di casi clinici
PP: Poster presentations – Presentazione dei poster
WK: Workshop – Laboratorio
CALL FOR POSTER
Si apre la call per i poster delle Trauma Lectures. Una buona occasione per far conoscere il tuo lavoro in ambito psicotraumatologia.
Il termine ultimo per inviare il poster è il 10 Marzo 2021.
l premi riservati ai primi tre vincitori sono
– PRIMO PREMIO: Iscrizione gratuita all’edizione di Trauma Lectures 2022
– SECONDO PREMIO: 60% di sconto sull’iscrizione a Trauma Lectures 2022
– TERZO PREMIO: 30% di sconto sull’iscrizione a Trauma Lectures 2022
Tutte le specifiche per l’invio le trovi cliccando sull’immagine qui sotto:
Prima Conferenza Internazionale Online sul tema del PTSD complesso
h. 21.00 – 22.00 | Judith Herman | Perché il Disturbo da Stress Post-Traumatico è importante?
Il concetto di disturbo da stress post-traumatico complesso (CPTSD) è utile sia concettualmente che clinicamente. Questa entità diagnostica distinta, ora riconosciuta nell’ICD-11, è molto diffusa in diverse culture nei sopravvissuti a molte forme di trauma prolungato e ripetuto. Il riconoscimento di questa diagnosi come parte dello spettro dei disturbi traumatici promuove un approccio coerente sia nella ricerca sia nel trattamento. La mancata diagnosi corretta di CPTSD spesso si traduce in molteplici diagnosi imprecise e in più protocolli di trattamento sovrapposti. In pratica, questo porta alla somministrazione di molti farmaci e ad una psicoterapia inadeguata. Infine, e soprattutto, la diagnosi è importante per i pazienti. Permette loro di iniziare a dare un senso a se stessi, e riduce la vergogna che affligge così comunemente i sopravvissuti.
h. 10.00 – 11.00 | Prof. Luca Milani, Università Cattolica di Milano, SISST (IT) | Pensare i fattori di rischio e di protezione nel lavoro con i minori maltrattati: dati di ricerca e linee di sviluppo futuro
Keynote – Research Track Il maltrattamento nei confronti dell’infanzia è un enorme problema di salute pubblica, che impatta lo stato di salute psicofisica di circa 90.000 minori in Italia. La prevalenza del fenomeno, e le rilevanti conseguenze in termini di impatto sulle traiettorie evolutive dei bambini e degli adolescenti, ribadiscono la necessità di potenziare la presa in carico preventiva per le famiglie e i genitori in situazioni di vulnerabilità, insieme con una accurata e tempestiva valutazione del livello di rischio.
La ricerca evidenzia come una accurata valutazione del livello di rischio consenta di dispiegare le forme di presa in carico più appropriate per intervenire in modo preventivo e tutelante per i minori. Gli strumenti di valutazione del rischio devono tenere conto non soltanto dei fattori di rischio ampiamente identificati dalla letteratura scientifica, ma anche dei potenziali fattori protettivi presenti in una data situazione e in grado di mitigare la vulnerabilità e offrire agli operatori delle risorse personali e familiari con le quali lavorare.
La valutazione del rischio da parte degli operatori può trovare un valido ausilio nel consolidamento di strumenti di lavoro che consentano di valutare le famiglie in carico “a tutto tondo”, includendo ad esempio degli strumenti di screening che consentano di evidenziare specifiche aree di problematicità. Ulteriori aree di perfezionamento del processo di valutazione, sulle quali la ricerca scientifica si sta concentrando in questi anni, riguardano l’identificazione di linee guida (es. alberi decisionali) per sostenere il decision making degli operatori, e la possibilità di validare degli algoritmi di “pesatura” dei fattori di rischio e dei fattori protettivi in modo da assistere gli operatori nelle fasi di reperimento e sistematizzazione delle informazioni.
h. 11.00 – 12.00 | Dr. Marinella Malacrea, Centro TIAMA di Milano (IT) | Ricordi traumatici: vecchi dubbi, nuove certezze
Keynote – Clinical Track Periodicamente ritorna alla ribalta il problema dei falsi ricordi traumatici, specie quelli di abuso sessuale, in bambini e in adulti vittime nell’infanzia, e del potenziale di suggestione delle psicoterapie in proposito.
Il mondo della psicologia giuridica e della psicologia clinica si trovano non raramente su fronti opposti e si corre il rischio che il diritto ad essere curato confligga con il diritto ad avere giustizia, in quanto avere ricevuto cura minerebbe pregiudizialmente la credibilità dei racconti delle vittime.
Da un lato gli psicologi giuridici continuano a produrre letteratura sul tema, raramente sottoponendo a vero vaglio critico i risultati sperimentali di induzione di false memorie; dall’altro gli psicologi clinici si appoggiano alla percezione intuitiva della veridicità delle memorie dei loro pazienti e si trovano impreparati a dettagliarne scientificamente le ragioni.
E’ necessario chiedersi se le conoscenze acquisite negli ultimi 20 anni sul funzionamento mentale post traumatico e sulle sue basi neurobiologiche possa oggi darci basi di pensiero più sicure in merito.
h. 12.00 – 13.00 | Dr. Lucille Allain e Nicky Lambert, Centre for Coproduction in Mental Health and Social Care (UK) | Co-costruzione della cura, Disturbo post-traumatico complesso e accesso ai servizi
Keynote – Advocacy Track In questa plenaria la Dr. Lucille Allain e la Dr. Nicky Lambert – codirettrici del Centre for Coproduction in Mental Health and Social Work alla Middlesex University, delineano i principi chiave della co-produzione e del coinvolgimento degli utenti nei servizi sanitari e di assistenza sociale in Inghilterra. Chiariscono i benefici e le complessità del lavorare in questo modo, traendo esempi dalle loro pratiche di insegnamento e ricerca nel lavoro sociale e nell’infermieristica per la salute mentale.
Discuteranno del supporto alle persone che hanno subito un trauma e hanno sviluppato un PTSD complesso – evidenziando le sfide nella pianificazione e nella fornitura di servizi per gruppi chiave. Attingeranno a recenti esempi di casi di lavoro con donne che hanno problemi di salute complessi, incluso il trauma, per coprodurre politiche nazionali e locali, sessioni di insegnamento comunitario e ricerca. Presenteranno anche esempi pratici e ricerche incentrate su modelli di supporto e recupero per i giovani che sono stati coinvolti nella violenza delle bande e modelli pratici e casi di studio utilizzati nell’affidamento per la cura dei bambini traumatizzati.
h. 15.00 – 16.00 | Dr. Margaret Blaustein, Center for Trauma Training (US) | Con le loro parole: Lezioni sull’impatto del trauma dello sviluppo e sull’intervento dei giovani e delle famiglie
Keynote – Advocacy Track Le linee guida per il trattamento del trauma sottolineano il ruolo critico della voce dei giovani e della famiglia, e l’empowerment in tutti gli aspetti del trattamento. Troppo spesso, però, le esperienze vissute dai giovani e i sistemi che li circondano sono scollegate dallo sviluppo, dalla condivisione e dall’attuazione dell’intervento clinico. In questo seminario, integreremo storie e dichiarazioni di giovani, famiglie e sistemi di assistenza per illustrare le lezioni critiche nella comprensione di alcuni impatti di base del trauma dello sviluppo, e gli obiettivi per l’intervento
h. 16.00 – 17.00 | Dr. Paris Goodyear-Brown, Founder and Clinical Director of Nurture House (US) | I genitori come sostegno nella psicoterapia del figlio: stimolare la crescita di figure che generano sicurezza, cura e di costruttori narrativi per il bambino
Keynote – Clinical Track
h. 17.00 – 18.00 | Prof. Delphine Collin-Vézina, McGill University (CA) | Che cosa conta di più? Cure Trauma-orientate e pandemia COVID
Keynote – Research and Advocacy Track Le evidenze della crisi del COVID-19 suggeriscono che i bambini e i giovani hanno maggiori probabilità di subire maltrattamenti e di essere esposti alla violenza familiare, pur godendo di un accesso limitato ai servizi abituali che sostengono le famiglie vulnerabili e forniscono servizi mirati per soddisfare le loro esigenze. La stessa pandemia globale può anche essere vissuta come un evento traumatico. L’assistenza traumatologica richiama l’attenzione sui potenziali impatti, dall’individuo al mondo, che una miriade di esperienze traumatiche possono elicitare e propone di utilizzare queste consapevolezze come base per lo sviluppo e l’attuazione di politiche e pratiche. L’obiettivo di questa presentazione è quello di offrire approfondimenti per guidare le pratiche e le politiche durante questa crisi globale senza precedenti attraverso una discussione della Substance Abuse and Mental Health Services Administration (2014), che si basa su sei principi di assistenza traumatologica informati: affidabilità e trasparenza; sicurezza; sostegno tra pari; collaborazione e reciprocità; responsabilizzazione e scelta; e questioni culturali, storiche e di genere. Saranno presentate e discusse raccomandazioni specifiche basate su questi sei principi e applicate alla situazione attuale. Questi principi possono servire sia nella crisi immediata che come misure preventive contro futuri contesti traumatici imprevisti. Il COVID-19 rinnova l’imperativo di mantenere e rafforzare le pratiche e le politiche basate sul trauma. Sosterremo che mai prima d’ora l’assistenza traumatologica è stata così importante per promuovere la salute e il benessere di tutti e per proteggere le nostre popolazioni emarginate a maggior rischio.
h. 18.00 – 19.30 | Discussione di casi clinici con Christine Courtois
h. 10.00 – 11.00 | Prof. Giuseppe Craparo, Università ‘Kore Enna’ (IT) | Re-enactment, enactment e lavoro clinico con pazienti traumatizzati: un approccio evolutivo relazionale
Keynote – Clinical Track La ricostruzione e l’attuazione sono fondamentali nel lavoro clinico con pazienti traumatizzati. Se la ricostruzione è una ri-attualizzazione, da parte del paziente, di ricordi traumatici somatici non simbolizzati in relazione a una storia di attaccamenti traumatici, con il termine di enactment intendiamo una condizione psicosomatica e relazionale in cui psicoterapeuta e paziente sono coinvolti in una reciproca esperienza dissociativa legata a ricordi traumatici. Secondo un modello di sviluppo relazionale, il lavoro clinico con pazienti traumatizzati dovrebbe essere focalizzato sulla modulazione e la simbolizzazione di queste esperienze (re-enactment e enactment: rievocazione e attuazione) di “messa in atto” di ricordi traumatici.
h. 11.00 – 12.00 | Prof. Thanos Karatzias, Edinburgh Napier University (UK) | Il trattamento del PTSD complesso: che cosa sappiamo e direzioni di ricerca future
Keynote – Research Track Il CPTSD è stato introdotto nell’ ICD-11 come una nuova condizione nel 2018. Poiché il CPTSD è una nuova condizione clinica nella sua forma attuale, non ci sono attualmente studi di efficacia per il suo trattamento. Tuttavia, ci sono prove sostanziali sul trattamento del PTSD e del trauma psicologico più in generale. Ci sono anche meta-analisi sul CPTSD e sulla traumatizzazione complessa, studi teorici su fattori psicologici chiave come cognizioni e attaccamento e come questi si riferiscono a cluster sintomatici del CPTSD, e analisi di studi di rete sul CPTSD.
In questo intervento il Prof. Karatzias riassumerà e discuterà come questa evidenza ha formato il nostro pensiero per il trattamento di CPTSD. In particolare, discuterà la logica e l’utilità della terapia modulare come modello di trattamento per la CPTSD. Presenterà anche un nuovo protocollo di terapia modulare (ESTAIR) per il trattamento della CPTSD, che è ora in fase di sperimentazione nella ricerca sul tema nel Regno Unito e oltre. Si discuterà anche di un’agenda per la ricerca futura.
h. 12.00 – 13.00 | Prof. Evaldas Kazlauskas (GE) | Panoramica sul trauma complesso: attuali sviluppi nella valutazione del PTSD Complesso
Keynote – Research Track Dalla prima introduzione alla complessa diagnosi del PTSD e dai dibattiti in corso da quasi due decenni sulla complessità delle risposte traumatiche allo stress, negli ultimi anni si sono registrati significativi progressi nel riconoscimento del PTSD complesso. L’inclusione della diagnosi complessa del PTSD nell’undicesima edizione della classificazione internazionale delle malattie (ICD-11) nel 2018 ha contribuito allo sviluppo e alla diffusione di misure del PTSD complesso. Studi condotti in varie culture hanno rivelato la validità di queste nuove misure di self-report del PTSD complesso. Sono attualmente in fase di sviluppo colloqui diagnostici per valutazioni complesse del PTSD. Sarà presentato lo stato attuale degli studi di valutazione del PTSD complesso sulla base dell’ICD-11, compresi gli studi più recenti del PTSD dell’ICD-11 e del PTSD complesso durante l’adolescenza. Le esperienze e i risultati del Centro di Vilnius per la psicotraumatologia in studi sul PTSD complesso saranno presentati fornendo informazioni per ricercatori e clinici interessati a traumi complessi sulla valutazione e il trattamento del PTSD complesso.
h. 13.00 – 13.30 | Lunch Debate
h. 14.00 – 15.00 | Dr. Kathy Steele, Metropolitan Counselling Services (US) | La psicoterapia Integrativa per la cura del PTSD Complesso e i Disturbi Dissociativi
Keynote – Clinical Track Si presenterà una panoramica di un modello integrativo per il trattamento di adulti che hanno vissuto traumi relazionali complessi durante lo sviluppo precoce. Sebbene ci siano diversi approcci al PTSD basati sull’evidenza, questi sono principalmente focalizzati sulla risoluzione di ricordi traumatici e sul miglioramento dei sintomi del PTSD. I pazienti con PTSD complesso e disturbi dissociativi hanno in genere molte altre difficoltà che non sono necessariamente derivate direttamente dal trauma, ma da deficit di sviluppo e all’adattamento alle situazioni occorse durante la crescita. Pertanto, molti pazienti possono beneficiare di una vasta gamma di strategie che affrontano la complessità e le sfumature della loro sofferenza. È importante comprendere i principi trans-diagnostici del trattamento, che consentono l’uso di approcci somatici, cognitivi, psicodinamici, relazionali e di altro tipo, adattati alle esigenze specifiche dell’individuo.
h. 15.00 – 16.00 | Prof. Guia Guffanti Masetti, Harvard Medical School (US) | Verso i biomarcatori diagnostici per il Disturbo post traumatico da stress: dal rischio genetico ai meccanismi epigenetici
Keynote – Research Track Il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è un disturbo psichiatrico importante, con una componente genetica stimata che rappresenta il 30% – 40% della varianza che contribuisce al rischio della malattia. Il PTSD si sviluppa in alcune persone dopo l’esposizione ad un evento traumatico. Tuttavia, la maggior parte delle persone esposte anche ad un evento traumatico grave non sviluppano il PTSD. Perché alcuni individui sono vulnerabili, e altri sono resilienti rimane una questione aperta; si ipotizza il coinvolgimento di fattori genetici che svolgano un ruolo importante. Negli ultimi due decenni, la ricerca sui fattori di rischio genetici è progredita in modo significativo, dai geni candidati alle indagini sul genoma intero in grandi gruppi di individui esposti a traumi.
Tuttavia, questi studi hanno contribuito ancora poco alla nostra comprensione delle basi genetiche dell’esposizione ai traumi. La mancanza di coerenza delle associazioni tra fattori specifici di rischio genetico e il PTSD porta all’ipotesi convincente che l’ambiente media gli effetti genetici da fattori o meccanismi che non sono direttamente indagati da studi comuni di associazione genetica.
Esaminerò le teorie biologiche e i relativi meccanismi genetici attualmente proposti per essere associati al PTSD e ai disturbi legati al trauma. Seguirà una descrizione dello stato dell’arte sulle metodologie e la loro applicazione per mappare i loci genetici e identificare i biomarcatori associati al PTSD.
Infine, analizzerò gli ultimi risultati degli studi di associazione a livello di genoma delle varianti genetiche e quelli derivati dai campi emergenti dell’epigenetica e dell’espressione genica.
h. 16.00 – 17.00 | Prof. Amit Shrira, Bar-Ilan University (IL) | Cosa significa invecchiare affrontando il trauma
Keynote – Research Track Il significato dell’invecchiamento comprende vari punti di vista che gli individui hanno riguardo alla loro età e al modo in cui stanno invecchiando, nonché gli atteggiamenti generali degli individui verso la vecchiaia e gli adulti anziani. Negli ultimi anni c’è stato un vigoroso interesse per le visioni soggettive dell’invecchiamento (VoA), tanto che la ricerca VoA è ora posizionata all’avanguardia nel campo della gerontologia. Questo sviluppo riflette uno spostamento dai precedenti tentativi di valutare l’invecchiamento principalmente attraverso criteri oggettivi agli attuali sforzi per comprendere gli adulti anziani da un punto di vista fenomenologico. Tuttavia, i VoA non sono meri riflessi dello stato fisico o mentale degli adulti anziani (ad esempio, “sto invecchiando meno bene perché sono malato, debole e solo”); possono avere un impatto sull’invecchiamento effettivo, un po’ come una profezia che si autoavvera (ad esempio, chi vede il proprio invecchiamento in termini negativi diventerà effettivamente malato, fragile e solo). Gli eventi traumatici e le loro conseguenze psicologiche possono modificare le visioni del mondo dei sopravvissuti, compresa la loro VoA. Pertanto, la VoA può essere concettualizzata come un meccanismo di collegamento tra le reazioni post-traumatiche e la salute effettiva. Nel mio intervento illustrerò il ruolo essenziale della VoA nell’affrontare gli eventi stressanti e traumatici in tarda età. Presenterò alcuni esempi dai miei studi che riguardano l’adattamento alle incombenze quotidiane, così come la sopportazione di situazioni di guerra continua e i postumi di eventi traumatici massicci, come l’Olocausto. L’ultima parte del discorso sarà dedicata a potenziali interventi volti a rivedere la VoA tra gli adulti anziani che stanno lottando con le avversità.
h. 17.00 – 18.00 | Dr. Ana Gòmez, AGATE Institute (US) | Il bambino Dissociato: occuparsi del suo mondo più interiore
Keynote – Clinical Track I bambini che hanno subito traumatizzazioni croniche precoci presentano strutture interne difensive trincerate e intricate. Questa presentazione affronterà le fasi iniziali del trattamento con i bambini che mostrano sintomi di una severa dissociazione e la frammentazione nella loro personalità emergente. Sarà discusso di come comunicare ai bambini circa le parti dissociative e come accedere al Sistema più profondo. Questo seminario offrirà strategie giocose e creative che danno voce e offrono uno spazio sicuro al mondo interiore del bambino dissociativo, in modo che possa essere esplorato. Saranno affrontate strategie che rispettano le difese del bambino, mentre gradualmente accedono alle emozioni conflittuali e alle dinamiche relazionali interne. Questo seminario fornirà percorsi e forme di accesso al mondo interiore del bambino dissociativo.
h. 20.00 – 21.30 | Discussione di casi clinici con Julian Ford
h. 11.00 – 12.00 | Dr. Cathy Kezelman, Blue Knot Foundation (AU) | Aumentare la consapevolezza e la comprensione circa l’approccio di salute pubblica al trauma complesso
Keynote – Advocacy Track Questa presentazione rifletterà sulla formazione, lo sviluppo e la crescita di un’organizzazione nazionale australiana che sostiene e costruisce la consapevolezza dei bisogni delle persone con esperienze di trauma complesso. Si rifletterà sulle sfide e gli ostacoli al riconoscimento del problema della salute pubblica nel trattare il trauma complesso – la sua prevalenza, gli impatti, la posta in gioco e la mancanza di finanziamenti necessari nella pratica, programmi e servizi che sostengono la guarigione e il recupero. La presentazione affronterà le considerazioni relative ai sistemi sociali e politici inerenti alla costruzione di un profilo nazionale credibile per il cambiamento, l’influenza e i risultati migliori per le persone e le comunità interessate.
h. 12.00 – 12.45 | Intervista a Cathy Kezelman
h. 14.00 – 15.00 | Prof. Vittoria Ardino, SISST e Trauma Living Lab, e Dr. Bruno Intreccialagli (IT) | La stabilizzazione intersoggettiva nei traumi dell’attaccamento
Keynote – Clinical Track
h. 15.00 – 16.00 | Prof. Robert Muller, York University (CA) | Sostenere i pazienti con storie traumatiche complesse ad aprirsi
Keynote – Clinical Track Il Dr Robert T. Muller è l’autore del bestseller di psicoterapia Trauma & the Avoidant Client così come del nuovo Trauma & the Struggle to Open Up. Questo intervento è finalizzato a costruire la nostra comprensione della psicoterapia con pazienti traumatologici impegnativi, in particolare su come aiutare tali individui ad aprirsi. Che cosa abbiamo imparato nel corso degli anni su questo processo terapeutico?
Quando le persone vivono traumi interpersonali, c’è una tendenza per molti a rimanere in silenzio sulle loro esperienze. Le ragioni includono la lealtà verso gli altri, o il desiderio di mantenere segreti di famiglia. Per resistere, i sopravvissuti spesso eludono il passato doloroso.
Come mezzo per proteggere gli altri e se stessi dal dolore di esperienze traumatiche, molti si basano su una varietà di strategie di coping per neutralizzare o tagliare i ricordi dolorosi. Ad esempio, razionalizzano gli eventi traumatici, usano l’intellettualizzazione come difesa, dissociano e tengono a bada i sentimenti legati al trauma.
Ma il silenzio sul passato doloroso è emotivamente costoso e, in definitiva, insostenibile. Come aiutiamo le persone a sentirsi abbastanza sicure da iniziare a parlare delle loro storie traumatiche?
In questo intervento, il Dott. Muller esaminerà il processo di aiutare i pazienti che hanno a che fare con il trauma ad aprirsi, per farlo in modo sicuro. Come creiamo le condizioni per un racconto condiviso, onesto e di crescita? Perché il ritmo è così critico? E come usiamo la relazione terapeutica come ingrediente chiave nel processo?
Utilizzando un approccio relazionale, orientato all’attaccamento, integrativo, il Dr. Muller si basa sulla teoria e utilizza esempi di casi e segmenti dalle proprie sessioni di trattamento.
h. 16.00 – 17.00 | Dr. Christine Courtois, Co-Founder and former Director, Center – Post-traumatic Disorders Program (US) | Cosa gli psicoterapeuti hanno bisogno di sapere sul Trauma Complesso e perché
Keynote – Clinical Track La ricerca ha stabilito che l’esposizione al trauma è un’esperienza umana relativamente comune, che può verificarsi in qualsiasi momento della vita. Diverse categorie di trauma sono stati identificate, e quella del trauma complesso è la più comune. È interpersonale e può iniziare già dall’infanzia e dalla prima infanzia, se l’attaccamento ai genitori o ad altri caregiver primari è incoerente e inaffidabile e comporta abusi, negligenza e perdita. Lo sviluppo psicofisiologico del bambino può essere seriamente influenzato in modi che spesso portano a vittimizzazione secondaria in diversi ambiti della vita da parte di coloro con cui sono in stretta relazione, come un genitore o qualcuno con cui c’è una relazione di fiducia (cioè, insegnante, allenatore, terapeuta). Il rapporto fornisce un’accessibilità continua alla vittima e un alibi per il contatto, spesso portando a ripetuti episodi di sfruttamento e abuso che progrediscono e diventano cronici, se non interrotti.
Un certo numero studi prospettici di bambini maltrattati e trascurati e lo studio delle esperienze infantili averse (ACES) ha documentato sistematicamente come una tale storia, se non elaborata, possa avere una cascata di effetti complessi medici, interpersonali e sulla salute mentale. Molti individui cercano la psicoterapia quando i loro sintomi peggiorano, ma non riescono collegare la loro storia e sintomi. Questo rende essenziale che gli psicoterapeuti si formino sul trauma complesso e sulla sua connessione con una vasta gamma di effetti collaterali e sintomi.
Non farlo può portare a fraintendere il cliente, i loro sintomi, i modi di relazionarsi, e si rischia di stigmatizzare il maltrattamento piuttosto che dare una risposta adeguata e di supporto. Sfortunatamente, la maggior parte della formazione clinica ancora non include un focus sul trauma né sulle sue possibili conseguenze, lasciando i terapisti disinformati circa l’identificazione e il trattamento delle risposte e dei disturbi post-traumatici. I trattamenti basati sul prove scientifiche sono ora disponibili per i sintomi del PTSD, ma non è chiaro come questi siano applicabili al PTSD complesso e la dissociazione, i cui sintomi superano quelli del PTSD classico. Discuteremo un meta-modello sequenziale di trattamento per il PTSD complesso per assistere i terapisti nel loro processo decisionale clinico con quella che spesso è una popolazione che necessita di un trattamento impegnativo. Avere un tale modello come guida può aiutare notevolmente sia il terapeuta sia il cliente nel processo di recupero.
h. 17.00 – 18.00 | Prof. Soraya Seedat, Stellenbosch University (SA) | Traumi cumulativi in contesti a basse risorse e ad alto rischio. Arricchire la nostra comprensione dei meccanismi patogeni
Keynote – Research Track Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) è un disturbo eterogeneo che colpisce più sistemi biologici e, in contesti ad alta avversità, spesso culmina all’esposizione a traumi cumulativi e in corso. La diversità genetica e culturale in relazione al rischio di PTSD è stata esaminata solo di recente nelle popolazioni africane che sono sproporzionatamente esposte a traumi e possono essere a maggior rischio per il disturbo. La prevalenza complessiva aggregata di probabile PTSD nell’Africa subsahariana è di circa il 22%, anche se vi è una marcata eterogeneità nella prevalenza nel continente. Questa presentazione metterà in evidenza i risultati del nostro gruppo su studi recenti in diversi campioni che vivono in ambienti ad alto rischio, con esposizione cumulativa al trauma, compresa l’esposizione a trauma da stupro, che porta al rischio molto elevato di sviluppare disturbo da stress post-traumatico, e verrà affrontata l’intersezione tra avversità precoce e violenza interpersonale ad adulti con malattie fisiche (ad es. HIV, sindrome metabolica). L’integrazione delle valutazioni fenotipiche, la risonanza magnetica strutturale e funzionale, i test neuropsicologici, la valutazione dei parametri endocrini e immunitari, le analisi epigenetiche e genetiche possono migliorare la nostra comprensione dell’interazione tra vulnerabilità e fattori di rischio, individuando molecole e pattern e che sono alla base del rischio e della resilienza del PTSD, e possono indicare strategie per affrontare il trauma, il PTSD e gli altri problemi di salute mentale, e i trattamenti medici.
h. 18.00 – 19.00 | Prof. Stephen Porges, Indiana University (US) | L’emergere della Terapia Polivagale informata: sfruttare una neurocezione di sicurezza nel trattamento clinico
Keynote – Clinical Track La Teoria Polivagale è un importante progresso scientifico nelle neuroscienze con applicazioni cliniche ad una nuova medicina cervello-corpo che fornisce intuizioni nel trattamento di problemi di salute mentale e fisica legati ai traumi. La teoria descrive come, attraverso l’evoluzione, sia emersa una connessione nel cervello tra i nervi che controllano il cuore e il viso. Questa connessione viso-cuore ha fornito le strutture per il “sistema di impegno sociale” che collega le nostre sensazioni corporee con l’espressione facciale, l’intonazione vocale e il gesto. La Teoria Polivagale fornisce una comprensione più informata delle reazioni automatiche del nostro corpo alla sicurezza, al pericolo e alla minaccia di vita. La teoria trasforma la narrazione del trauma umano da un “documentario” (enfatizzando eventi ed oggetti) ad una ricerca pragmatica di sicurezza, con un’implicita spinta corporea a sopravvivere (enfatizzando i sentimenti). Questi intervento esplorerà il ruolo dello stato fisiologico nel facilitare la connessione e l’intimità o la difesa come attacco/fuga, ipervigilanza, dissociazione, collasso, spegnimento e persino sincope.
h. 20.00 – 21.30 | Tavola Rotonda | Trauma Informed Care, con Vittoria Ardino, Delphine Collin-Vèzina, Noreen Tehrani, Monica Agnesone
h. 10.00 – 11.00 | Prof. Jon Bisson, Cardiff University (UK) | Evidenza scientifica sui trattamenti per i traumi complessi
Keynote – Research Track Questo intervento presenterà una panoramica basata sugli attuali studi evidence-based per il trattamento del PTSD complesso, e fornirà raccomandazioni sul suo trattamento nell’ambito delle attuali linee guida e un approccio evidence-informed alla sua gestione.
h. 11.00 – 12.00 | Dr. Annette Greenwood, St Andrews Healthcare – Dr. Deborah Morris, St Andrew’s Healthcare – Dr. Elanor Lucy Webb, St Andrew’s Healthcare (UK) | Cura informata sul trauma per i professionisti sanitari: caratteristiche, fattori di rischio a approcci di intervento per il trauma secondario
Keynote – Clinical Track Premesse. La Trauma Informed Care si è evoluta per fornire un quadro completo per gli utenti del servizio che presentano esigenze correlate al trauma. Al contrario, i servizi di salute mentale hanno prestato meno attenzione al benessere degli operatori sanitari che sostengono questa popolazione complessa ed eterogenea. Di conseguenza, l’impatto sugli operatori sanitari, della collaborazione con utenti con esigenze traumatiche complesse è scarsamente compreso.
Obiettivi. Questo articolo descrive inizialmente la necessità di porre il benessere del personale al centro dei modelli di traumatologia informati, prima di presentare un modello per un servizio di supporto per i professionisti sanitari che si occupano di trauma. Un’indagine in due fasi su (1) le esigenze relative al trauma e al benessere del personale clinico e (2) una valutazione del servizio di supporto traumatologico del personale.
Metodo. Sono riportati tre anni di rinvii al servizio di risposta ai traumi del personale (TRS) e alle indagini sul benessere del personale.
Risultati: Il rinvio al TRS sono aumentati ogni anno, con un totale di 396 invii clinici tra il 2018 e il 2020. Il trauma psicologico è stato il più bisogno maggiore per il personale, anche se i livelli di gravità di ansia e depressione erano elevati. Mentre meno personale ha avuto accesso al servizio per traumi legati alla famiglia che per eventi basati sul lavoro (13,9% vs. 86,1%), la gravità della loro ansia, depressione e esigenze legate al trauma erano maggiori. La gravità dei bisogni di ansia e depressione era anche significativamente maggiore in coloro che non avevano un supporto sociale esterno, anche se i più alti rating in tutte le esigenze erano evidenti in coloro che non sfruttavano la loro rete di supporto esterno. Dopo il rinvio al TRS, la maggior parte del personale ha richiesto una sola visita (M=1,53) e sono stati in grado di rimanere al lavoro (64,2%), di cui pochi hanno richiesto un ulteriore supporto specializzato (4,5%). Di coloro che si sono impegnati nuovamente con il servizio, questo è stato di solito per una diversa esperienza traumatica. Vengono presentati anche dati relativi all’ideazione del suicidio, disturbi del sonno, alimentazione e cambiamenti dei comportamenti di socializzazione.
Conclusioni. Gli operatori sanitari che lavorano in servizi di salute mentale hanno accesso e rispondono positivamente all’offerta di sostegno in seguito all’esposizione a eventi che possono innescare la risposta ai traumi. I risultati dimostrano anche che le esigenze di benessere del personale dovrebbero essere valutate alla stessa stregua del benessere degli utenti del servizio per garantire che i sistemi di salute mentale e il personale sanitario rimangano sani.
h. 12.00 – 13.00 | Noreen Tehrani, Noreen Tehrani Associates (UK) | Un programma di valutazione e trattamento per il C-PTSD nelle forze di polizia del Regno Unito
Keynote – Advocacy Track Le forze di polizia sono spesso esposte a situazioni di stress e di pericolo che aumentano il rischio di disturbi post-traumatici da stress (PTSD) e di PTSD complessi (C-PTSD). La legislazione in materia di salute e sicurezza prevede l’obbligo di effettuare una sorveglianza sanitaria per ridurre o mitigare l’impatto dei rischi e dei pericoli psicologici e per fornire interventi e supporto ai dipendenti colpiti da traumi.
Questa presentazione prende in esame due studi intrapresi nel 2020.
Il primo studio ha esaminato un programma di sorveglianza psicologica adottato dalla polizia del Regno Unito per identificare una serie di condizioni psicologiche tra cui ansia, depressione, PTSD, PTSD complesso e affaticamento. Una serie di pericoli traumatici riconosciuti sono anche misure che includono Esperienze Infantili Avverse, Stile di vita, Personalità e Senso di Coerenza. Uno studio condotto su 2494 agenti di polizia ha rilevato una prevalenza del 5% di PTSD e del 2% di c-PTSD. I risultati hanno mostrato che una maggiore permanenza nel ruolo, un maggiore stress legato al lavoro e un minore supporto manageriale sono stati più fortemente correlati al c-PTSD rispetto al PTSD e un trauma personale più elevato ha aumentato il rischio di c-PTSD e PTSD in egual misura.
Il secondo studio ha esaminato l’efficacia di un programma di terapia del trauma adottato da quattro forze di polizia per curare gli agenti identificati dal programma di screening. Gli agenti di polizia e il personale erano 162, di cui 90 rispondevano ai criteri per il c-PTSD e 72 per il PTSD. I brevi programmi di terapia traumatologica hanno utilizzato il TF-CBT e/o l’EMDR e hanno richiesto 9-12 ore di terapia. Sia il TF-CBT che l’EMDR sono risultati efficaci nel ridurre i sintomi del PTSD e del c-PTSD. I funzionari con c-PTSD che erano stati esposti a traumi primari e secondari hanno avuto esiti terapeutici più scadenti.
Infine, la presentazione prende i risultati dell’esperienza di polizia del Regno Unito e li confronta con altri approcci adottati in ambienti militari e di polizia.
h. 15.00 – 16.00 | Prof. Julian Ford, University of Connecticut (US) | Evoluzione e validazione del Disturbo da Trauma dello Sviluppo
Keynote – Research Track Il disturbo da trauma dello sviluppo (DTD) è descritto come una sindrome clinica che si estende oltre il PTSD e spiega le reazioni dei bambini all’esposizione a vittimizzazione traumatica nel contesto di gravi interruzioni nelle relazioni di attaccamento primario. Saranno descritti i risultati di un’indagine internazionale su clinici, i cui risultati sono stati replicati in uno studio di prova sul campo, e che son stati condotti con un focus sulla rilevanza per i clinici e i ricercatori praticanti. Sulla base di questi dati, la DTD è stata definita operativamente come coinvolgente tre domini: quattro sintomi di disfunzione emotiva psicologica o somatica, cinque sintomi di disfunzione cognitivo-comportamentale correlata alla minaccia e sei sintomi di disregolazione del sé relazionale.
I sintomi di disfunzione emotiva della DTD includono i sintomi del CPTSD degli adulti di stress intenso e rabbia, ma si estendono al di là di essi, fino a includere i risultati chiave della ricerca di traumatologia dello sviluppo: (1) difficoltà nel recupero stress intenso, (2) espressioni somatiche di stress, (3) mancanza di consapevolezza delle emozioni o degli stati corporei, (4) incapacità di esprimere emozioni o stati del corpo. Il dominio cognitivo-comportamentale della DTD ha sintomi che sono basati su traumatologia dello sviluppo ma non presenti nel CPTSD adulto, tra cui: (1) inconsapevolezza della minaccia; (2) comportamento sconsiderato o auto-indulgente; (3) autolesionismo; (4) autoconsolazione; e (5) deficit nel comportamento finalizzato all’obiettivo. Il dominio della regolazione del sé nelle relazioni nel DTD combina i domini del CPTSD adulto della percezione alterata di sé e della compromissione relazionale basata sull’influenza formativa delle relazioni sullo sviluppo dell’identità dei bambini. I sintomi della percezione del sé relazionale nel DTD si estendono anche oltre i sintomi del CPTSD adulto, concentrandosi sulla percezione di sé come danneggiati piuttosto che su attribuzioni interpersonali più complesse di colpa o inutilità, e includendo la disorganizzazione degli attaccamenti, l’aggressività difensiva, l’invischiamento relazionale, e deficit nei confini empatici e relazionali, così come i sintomi del CPTSD del distacco nelle relazioni.
h. 16.00 – 17.00 | Prof. Joseph Spinazzola, Fundation Trust and Richmond State University (US) | Come curare il trauma dello sviluppo nei bambini e negli adolescenti
Keynote – Clinical Track Questa plenaria esaminerà le considerazioni di trattamento per i giovani che soddisfano i criteri diagnostici o presentano sintomi importanti del disturbo da trauma dello sviluppo (DTD), una diagnosi proposta per catturare aspetti prominenti della complessità di adattamento al trauma per bambini e adolescenti con storie di vittimizzazione interpersonale cronica o grave e disturbo dell’attaccamento. I 15 sintomi postulati della DTD saranno contestualizzati in relazione alla letteratura clinica fondamentale sulle componenti principali dell’intervento sul trauma complesso infantile. Saranno identificati gli obiettivi clinici primari nel trattamento della DTD, con esempi illustrativi per adattare il trattamento in base alla fase di sviluppo del paziente. Saranno evidenziati specifici modelli di intervento evidence-based che sono stati specificatamente progettati o adattati per il trattamento della DTD.
h. 17.00 – 18.00 | Cathy Malchiodi, PhD, LPCC, REAT (US) | Bambini e adolescenti con traumi complessi: recuperare un senso sicuro del Sè attraverso le arti espressive
Keynote – Clinical Track La neurobiologia ci ha dimostrato che dobbiamo “rinsavire” quando si tratta di ripristinare il corpo e la mente dopo un trauma. Ciò è particolarmente vero per bambini e adolescenti con traumi complessi, cronici o dello sviluppo, esperienze che portano a iperattivazione, dissociazione e congelamento emotivo. Questi tipi di sfide hanno un impatto sulle funzioni cognitive necessarie per l’espressione verbale e sulla capacità di autoregolazione e co-regolazione in modo riparativo. Questa presentazione spiega perché la terapia delle arti espressive – un approccio orientato all’azione e basato sui sensi – è un approccio essenziale per lavorare con risposte traumatiche complesse. In particolare, viene sottolineato come “ampliare in sicurezza la finestra delle capacità” attraverso semplici metodi basati sull’arte e sul gioco.
Gli psicoterapeuti impareranno perché concentrarsi sui sensi attraverso questi metodi non è solo la chiave per la riparazione del trauma, ma anche per sostenere la resilienza necessaria al ritrovamento del senso del sé. Il ruolo degli approcci espressivi viene spiegato attraverso un modello “dal basso verso l’alto” a livello cerebrale e quattro funzioni principali dei metodi espressivi che gli psicoterapeuti possono applicare nella loro pratica clinica con i bambini.
h. 20.00 – 21.00 | Dr. Bessel Van Der Kolk (US) | Riflessioni sul Trauma nello sviluppo
Keynote – Clinical Track
h. 21.00 – 22.30 | Tavola Rotonda | Developmental Trauma Disorder: quale futuro?
Discussant Vittoria Ardino
Panelists: Joseph Spinazzola, Kathy Steele, Julian Ford, Christine Courtois, Bessel Van Der Kolk
h. 11.00 – 12.30 | Dr. Deborah Lee, University College London (UK) | Sviluppare la resilienza compassionevole in coloro che hanno subito un trauma per mano di altri: usare la terapia Focalizzata sulla Compassione per lavorare sulle emozioni delle vite traumatizzate
Keynote – Clinical and Service Track Coloro che sono stati ripetutamente traumatizzati per mano di altri hanno molte sfide da affrontare mentre scoprono una vita senza traumi e imparano a vivere in una mente che può rifiorire. Oltre ai sintomi caratteristici del PTSD, le persone lottano con profondo disgusto di sé, mancanza di fiducia, difficoltà interpersonali, regolazione degli affetti e stati alterati di coscienza. Questa presentazione di sintomi viene spesso indicata come PTSD Complesso, e questa nuova diagnosi sta per essere inclusa nell’ICD-11.
Trattamenti efficaci del trauma interpersonale suggeriscono approcci basati su fasi (Cloitre, 2010) e il recente accordo degli esperti ha suggerito che anche questo è un trattamento adatto al PTSD Complesso (linee guida UKPTS 2015). Tuttavia, altri ricercatori suggeriscono che lavorare direttamente con i ricordi del trauma non dovrebbe essere rimandato e i terapeuti dovrebbero fare di questo il fulcro del trattamento. Questo dibattito deve ancora essere risolto dalle prove e le caratterostoche precise delle fasi sono ancora dibattute.
Questa conferenza esplorerà i recenti sviluppi nel trattamento del PTSD complesso utilizzando la resilienza compassionevole come un modo per sviluppare una narrazione compassionevole sul trauma e lavorare direttamente con i flashback, al fine di creare una narrazione integrata del trauma. Verranno presentati recenti risultati preliminari che esplorano l’efficacia della resilienza compassionevole basata sui principi della terapia focalizzata sulla compassione (Gilbert, 2005,2009) come parte di un trattamento a fasi per il PTSD complesso.
h. 12.30 – 13.30 | Dr. Federico Boaron e Dr. Maria Grazia Fontanesi, REMS Bologna (IT) | Il PTSD complesso nei pazienti psichiatrico-forensi: l’esperienza della REMS di Bologna (Italy)
Keynote – Clinical and Service Track Numerose evidenze scientifiche sottolineano la correlazione fra esperienze traumatiche precoci ed agiti violenti in età adulta. Fra i pazienti psichiatrico-giudiziari sinora ospitati nella REMS di Bologna abbiamo rilevato un’allarmante prevalenza di maltrattamenti, abusi, neglect ed altri eventi traumatici. Nel campione esaminato la convergenza di diverse tipologie di traumi nel medesimo paziente pare correlarsi alla gravità del quadro psicopatologico (intesa come soprattutto scarsa risposta ai trattamenti farmacologici e psicoterapeutici), all’abuso di sostanze ma non alla gravità del reato. Ipotizziamo che le esperienze infantili avverse partecipino (assieme ad altri fattori di rischio di tipo genetico, ambientale, ecc…) nel determinare tali quadri. In particolare tali eventi possono determinare pattern patologici di attaccamento e sindromi post-traumatiche, che peggiorano l’espressione clinica, la prognosi psichiatrica e l’outcome sociale favorendo così l’emergere di comportamenti violenti. Sulla base dell’esperienza maturata con un progetto di formazione sul trattamento residenziale secondo i principi della Schema-Therapy partendo dalla teoria dell’Attaccamento, cui ha partecipato tutto lo staff della REMS, ci interroghiamo se una presa in carico e terapie incentrate anche sulle esperienze traumatiche sofferte da questi pazienti possano migliorare la prognosi e portare a trattamenti più efficaci.
h. 14.30 – 15.30 | Prof. Vittoria Ardino, SISST e Trauma Living Lab (IT) | Organizzazioni traumatizzate e violenza di genere
Keynote – Clinical and Service Track
h. 15.30 – 16.30 | Dr. Maria Paola Boldrini, AreaTrauma e AISTED (IT) | Aspetti tecnici dell’intervento con la coppia nel lavoro in psicoterapia con pazienti traumatici dissociativi
Keynote – Clinical Track In questo momento storico, ricco di sviluppi clinici e ricerca sul trattamento dei pazienti traumatizzati complessi e dissociativi, è importantissimo includere nell’approccio al caso clinico una pianificazione del trattamento che preveda un intervento sulla coppia e/o sulla famiglia convivente con il paziente. Diversi autori di riferimento in questo campo, in particolare Janina Fisher, ritengono opportuno non tralasciare partner e persone collegate al paziente, poiché potrebbero essere una risorsa nel trattamento o se rappresentano un ostacolo, questo nodo va sciolto. Nella mia esperienza clinica con pazienti individuali e nel lavoro con le coppie ho avuto modo di riscontrare l’utilità dell’intervento clinico che possa includere nel setting temporaneamente una persona legata al paziente, oppure che possa portare a integrare l’intervento col paziente singolo con uno specifico per la coppia e/o la famiglia. Il mio intervento ha lo scopo di illustrare come pianificare correttamente questo intervento, alla luce del confronto che sta emergendo su questo argomento al livello nazionale e internazionale.
h. 18.00 – 19.30 | Discussione di casi clinici con Joseph Spinazzola
h. 11.00 – 13.00 | Dr. Laura Vasini, ASL5 Città di Torino (IT) | Biofeedback e Neurofeedback nel trattamento del trauma: quale integrazione nel percorso psicoterapeutico
In questo seminario vengono presentati Biofeedback e Neurofeedback come possibili strumenti terapeutici del lavoro clinico con pazienti traumatizzati.
Il Biofeedback è una procedura non invasiva di autoregolazione attraverso la quale una persona impara a controllare le proprie risposte fisiologiche. In anni recenti la Teoria Polivagale ha contribuito a costruire il collegamento tra ricerca e clinica valorizzando le scoperte nell’ambito delle neuroscienze dello sviluppo emotivo, della psicobiologia dell’attaccamento e dei correlati biologici del trauma complesso.
All’interno di questo panorama il training di Biofeedback può contribuire in maniera significativa al recupero della capacità di regolazione psicofisiologica ampliando la finestra di tolleranza del paziente traumatizzato migliorando i pattern autonomici.
Il Neurofeedback è un EEG-biofeedback attraverso cui la persona impara a produrre onde cerebrali in specifiche ampiezze e in specifici siti cerebrali
Le recenti ricerche nell’ambito delle neuroscienze applicate testimoniano l’effetto del trauma sulle connessioni, interazioni e strutture cerebrali . L’importante ruolo del cervello rettiliano nei processi subcoscienti, compreso il funzionamento riflessivo innato (risposte difensive attive e passive) e la regolazione autonomica è ampiamente dimostrato ed ha una funzione centrale nel recupero dopo un’esperienza traumatica.
Le implicazioni cliniche delle connessioni del cervello rettiliano con le strutture cerebrali sia limbiche che corticali unite agli studi recenti sulla neuroplasticità hanno portato a considerare il Neurofeedback un possibile e importante strumento nel trattamento dei traumi .
Il training delle onde cerebrali, se inserito all’interno del percorso psicoterapeutico e unito al training di biofeedback, può infatti promuovere il ripristino dei network cerebrali alterati, con una ricaduta importante sulla sintomatologia del paziente traumatizzato.
h. 13.00 – 14.00 | Premiazione dei tre migliori poster
Chiusura dei lavori
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